Tech trend 2022
I 12 trend del 2022 previsti da Gartner[1] mostrano tecnologie come Hyperautomation, Composable Applications, Distributed Enterprises e Cloud-Native Platforms che diventeranno strategiche per migliorare l’efficienza, la semplicità del lavoro remoto, la sicurezza e l’efficacia delle decisioni di business grazie alla guida data dall’analisi dei dati.
L’anno prossimo infatti la spesa per l’automazione dei processi secondo Forrester[2] aumenterà del 33% per soluzioni RPA e del 13% per soluzioni DPA.
I driver di questo continuo aumento d’importanza di tecnologie e automazioni digitali nelle aziende sono definite nel report di IDC[3]: la pandemia, i conseguenti cambiamenti economici e sociali hanno portato un’accelerazione della trasformazione dei processi che è sotto gli occhi di tutti, e le imprese hanno dovuto riorganizzarsi e rivedere l’architettura dei propri sistemi informativi, per andare incontro alle nuove esigenze di mobilità, velocità e sicurezza richieste dai clienti. Infatti IDC prevede che entro il 2024 il 55% degli investimenti ICT a livello globale saranno legati alla trasformazione digitale.
Sta nascendo l’esigenza di modelli di business[4]e di processo[5] resilienti, in cui agilità, scalabilità, integrazione e pervasività informativa sono gli strumenti necessari per avere la visione olistica e la velocità operativa adatte per cogliere ogni opportunità di mercati sempre più mutevoli e globalizzati, con crescenti aspettative di completezza e personalizzazione dell’offerta da parte dei clienti.
Technical Debt
In questo quadro di riferimento, si pone il problema del technical debt[6], ovvero il costo di correzione di sistemi software che nel lungo periodo si rivelano problematici a causa della bassa qualità del codice. In altri termini, quando si predilige la velocità alla qualità di sviluppo per necessità a breve termine, in seguito le aziende possono trovarsi a dover spendere una considerevole quantità di risorse per riscrivere il codice e rendere il software scalabile, flessibile e robusto.
Nel periodo di accelerazione digitale che stiamo vivendo le scadenze di rilascio sono sempre più vicine e il pericolo di creare software che daranno un debito tecnico tra solo 2 o 3 anni è un rischio economico che poche aziende possono correre. Una survey di McKinsey[7] riporta che fino al 20% del budget dei CIO è utilizzato per ripagare i technical debt di sistemi preesistenti e per il 60% degli intervistati il debito tecnico è aumentato negli ultimi 3 anni.
Misurare il Tech Debt
Spendere il 20% all’anno per il debito tecnico di un software rispetto a quanto speso per svilupparlo inizialmente, vuol dire che in 5 anni sarebbe come averne sviluppati due. Ma quindi non conviene realizzarne uno nuovo che diminuisca i costi di manutenzione e che duri di più? E’ questa la domanda alla base del Technical Debt Ratio[8] ovvero la misura del costo effettivo del technical debt calcolato come il rapporto tra i costi di modifica e i costi di sviluppo.
Ovviamente non ci sono solo i costi di sviluppo da tenere in considerazione, ma anche quelli di adozione del software da parte dell’azienda, che comprendono il periodo di test e di formazione degli utenti per il corretto utilizzo, ma sicuramente spendere il 20% del budget per i sistemi informativi preesistenti è un debito significativo che non è sostenibile a livello aziendale.
Come il Low-Code può diminuire il Technical Debt
Il debito tecnico nasce dalla mancanza di cura di diversi aspetti della progettazione, del design e dello sviluppo, che possono essere facilmente risolti con l’utilizzo della tecnologia Low-Code:
Analisi, Progettazione e Architettura
L’approccio visuale e modulare del Low-Code semplifica la visione e la gestione dell’architettura dei software, accelerando considerevolmente lo sviluppo e lasciando quindi più tempo per la fase iniziale di analisi e progettazione.
Qualità e comprensibilità del codice
Il codice generato automaticamente da piattaforme come WebRatio Platform è standard, evita la possibilità di errori manuali e di comprensione nel caso del passaggio di consegne tra sviluppatori.
Dell’aggiornamento delle tecnologie si occupa il Vendor
Sviluppatori e IT Manager non devono preoccuparsi del tempo e del budget utilizzato per adattare il codice ai nuovi requisiti tecnologici web/mobile, perché l’attività è demandata all’azienda che fornisce la piattaforma Low-Code.
UX e UI
Gli strumenti Low-Code come l’UI Designer semplificano le attività di sviluppo delle interfacce e delle funzionalità per migliorare l’esperienza degli utenti, accelerando la realizzazione ma dando la possibilità di personalizzare fin nel minimo dettaglio.
Comprensione tra Business e IT
Se un’applicazione aziendale non richiede l’aggiunta di molte funzionalità dopo lo sviluppo, vuol dire che incontra tutti i requisiti di business iniziali, quindi la comprensione tra LoB e IT è avvenuta con successo. E’ questo il principio dell’utilizzo di una Suite Low-Code come WebRatio Platform: essere uno strumento che semplifica il legame tra le due funzioni aziendali, utilizzando tecnologie, come quella BPA, per dare un linguaggio comprensibile a entrambi che semplifichi la trasformazione delle idee di business in funzionalità digitali.
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Fonti
[1] https://www.gartner.com/en/information-technology/insights/top-technology-trends
[3] https://www.idc.com/getdoc.jsp?containerId=US48312921
[4] https://www.gartner.com/smarterwithgartner/create-a-resilient-business-model-in-the-face-of-covid-19
[5] https://www.accenture.com/us-en/insights/strategy/resilient-operating-model
[6] https://www.techopedia.com/definition/27913/technical-debt
[8] https://medium.com/the-andela-way/what-technical-debt-is-and-how-its-measured-ff41603005e3