Trasformazione Digitale non vuol dire solo sviluppare nuovi sistemi, ma per 2 IT leader su 3[1] significa prima di tutto modernizzare i sistemi esistenti, perché è un’attività cruciale per trasformare e far evolvere il business dell’azienda. Ma quasi nella metà delle aziende il rimodernamento dei sistemi informativi aziendali è rimandato o abbandonato a causa di priorità maggiori per salvaguardare la competitività nel proprio mercato, o per mancanza di una roadmap e di una strategia di sviluppo.
Alcune aziende ancora oggi hanno sistemi software legacy scritti, ad esempio, in Cobol, Fortran o Basic[2], soprattutto per quanto riguarda gli applicativi core, che, per importanza strategica, per i costi sostenuti per sviluppare e manutenere, o magari semplicemente perché vengono reputati minori i vantaggi di una tecnologia più moderna rispetto all’onere di evolvere sistemi software complessi, non vengono aggiornati tecnologicamente anche per 15 o 20 anni.
Ma il debito tecnico portato da questi sistemi può costare fino al 20% del budget aziendale dedicato a tutta la struttura software ICT, a causa dei costi di manutenzione per problemi architetturali, funzionali o di interfacce ormai ventennali e non più adatte alle nuove necessità digitali di rapidità, mobilità e integrazione emerse in questi anni.
Quando l’ammodernamento dei sistemi informativi avviene in tutta l’azienda, secondo McKinsey la produttività può aumentare del 20-30%[3], con una riduzione del time-to-market del 40-60% e un aumento della motivazione del personale fino al 40%.
I costi operativi possono diminuire di oltre il 13%[4] e solo il 20% dei IT leaders dichiara di adottare tecnologie per l’automazione dei processi, il che consentirebbe un ulteriore forte aumento di produttività.
La tecnologia Low-Code può accelerare[5] la trasformazione delle applicazioni con tecnologie più moderne, web, mobile, cloud, e di business process automation. Secondo una ricerca di Forrester[6] è utile anche per le applicazioni core, su cui si fonda la digitalizzazione e il sistema informativo aziendale. Per questi sistemi il Low-Code viene in aiuto diminuendo il rischio d’investimento, perché richiede meno tempi e risorse, rendendo le applicazioni più adatte per l'automazione digitale, su misura dei processi aziendali, semplificando il controllo, la revisione, la manutenzione e l’estensione dei sistemi, grazie alla maggiore facilità di sviluppo rispetto ai metodi tradizionali.
Ad oggi solo nel 18% dei casi il Low-Code è utilizzato per le core applications, e solo nel 22% delle aziende questa tecnologia è utilizzata in modo estensivo in tutte le business unit.
Quindi, se sommiamo questa possibilità di estendere l’utilizzo di questa tecnologia in tutta l’azienda, l’aumento di produttività e la diminuzione dei costi operativi derivanti dalla modernizzazione delle applicazioni aziendali, la riduzione del debito tecnico e i ritorni sull’investimento della trasformazione digitale con il Low-Code, il risultato va anche oltre un aumento del 14%[7] delle performance aziendali atteso dai leader IT.
Secondo l'analisi di Forrester[8] le core application sono principalmente di 3 tipi:
La tecnologia Low-Code trova il suo maggior utilizzo nelle ultime due categorie di applicazioni core, perché consente di semplificare la progettazione e lo sviluppo dei servizi digitali basati sui business process, l’integrazione dei sistemi informativi e l’automazione dei processi digitali.
Grazie alle piattaforme Low-Code è possibile limitare i costi di licenza dei software, perché consentono di sviluppare un’applicazione proprietaria e non affidarsi a terze parti a cui pagare una sottoscrizione periodica. L’integrazione tra i sistemi è semplificata, perché utilizzando un’unica suite di sviluppo per tutte le applicazioni web, mobile a BPA le soluzioni digitali possono essere nativamente integrabili tra di loro con le stesse tecnologie, lo stesso approccio strutturale e architetturale (come i microservizi ad esempio). E tutto il team di sviluppo può utilizzare un unico strumento adatto a tutte le applicazioni, senza bisogno di avere gruppi diversi che si specializzano in un solo ambito tecnologico o nell’uso di più piattaforme.
Dall’esperienza dei team di sviluppo di applicazioni di business core, Forrester[9] traccia alcune pratiche utili a gestirne lo sviluppo e la gestione. Tra queste key practice vogliamo annoverare:
Separare le applicazioni core per categoria aumenta l’efficienza di sviluppo, progettando meglio, con un’architettura più moderna e scalabile. Come nel caso di moduli di pagamento: invece di crearne uno per ogni processo operativo, si può creare un solo sistema di pagamento condiviso tra i diversi processi.
WebRatio Platform 9 semplifica l’utilizzo di questo approccio, perché è possibile sviluppare moduli e microservizi riusabili.
Le applicazioni core hanno logiche di business complesse e devono servire grandi volumi di utenti, processi e transazioni. Quei sistemi che non riescono più a soddisfare questi requisiti o che rallentano i processi sono spesso basati su architetture antiquate e non su principi moderni, come i servizi, i microservizi, i domini di processo o il master data management.
Il Low-Code di WebRatio rende lo sviluppo semplice, nascondendo la complessità e gestendo le architetture moderne con i microservizi.
Negli ultimi anni le aziende che offrono piattaforme Low-Code si stanno moltiplicando, ma è bene affidarsi ad aziende con comprovata esperienza nel settore e con esempi di soluzioni digitali sviluppate per i propri clienti.
WebRatio trasforma i processi di business in digitale dal 2001, con numerosi progetti di successo per aziende come Ricoh, Gewiss e Clivet.
I diretti interessati sono gli esperti di business che utilizzano quotidianamente le applicazioni aziendali e conoscere tutti i loro requisiti aumenta esponenzialmente il successo del progetto digitale, così come il coinvolgimento aumenta l’adozione dei sistemi.
L’approccio visuale di IFML (Interaction Flow Modeling Language) e BPMN di WebRatio Platform può essere il linguaggio comune tra business e IT per progettare insieme soluzioni più adatte alle necessità dell’azienda.
Uno dei vantaggi del Low-Code è che l’aggiornamento delle applicazioni alle tecnologie più moderne è demandato ai vendor, perché è loro l’onere di rendere le piattaforme di sviluppo al passo coi tempi. In questo modo le aziende clienti non devono più pensare al continuo aggiornamento delle soluzioni digitali.
Quindi l’utilizzo della tecnologia Low-Code potrebbe cambiare il paradigma di modernizzazione delle applicazioni core, che non sarebbe un’attività svolta ad ogni era tecnologica, ma un processo continuo che renderebbe i sistemi core sempre adatti alle necessità digitali del momento, con un evidente risparmio di tempi, costi, ma soprattutto consentendo di mantenere sempre alta l’efficienza operativa in azienda con soluzioni digitali performanti.
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Fonti
[2] https://dzone.com/articles/preach-to-the-choir-article-about-low-code-no-cod
[4] https://www.avanade.com/-/media/asset/white-paper/avanade-it-modernization-whitepaper.pdf
[5] https://dzone.com/articles/preach-to-the-choir-article-about-low-code-no-cod
[7] https://www.avanade.com/-/media/asset/white-paper/avanade-it-modernization-whitepaper.pdf