Quando ancora le tecnologie web non erano nate[1] esisteva già la metodologia di Business Process Management (BPM), ovvero la gestione delle attività per orchestrare informazioni, utenti e sistemi lungo tutto il percorso, dall’inizio fino alla fine dei processi aziendali.
L’obiettivo della metodologia BPM è il raggiungimento dei risultati dei processi, con la capacità di analizzarli e controllarli, al fine di migliorarli e incrementarne le performance.
Quindi negli anni 2000 sono nati le BPMS (Business Process Management Suite), che includono strumenti per il disegno, l’analisi e il controllo dei processi di business.
Questi sistemi includono la possibilità di creare applicazioni che guidano gli utenti lungo il percorso dei processi di business, automatizzando parte del lavoro e creando così la BPA (Business Process Automation).
Oggi, quando la tecnologia è focalizzata sull’automazione e contemporaneamente sull’ottimizzazione dei workflow all’interno del processo, migliorando l’esperienza d’uso di collaboratori e clienti, questa viene definita DPA[2] (Digital Process Automation).
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Come può WebRatio Platform implementare contemporaneamente BPM, BPA e DPA? Semplice, perché è Low-Code e non è No-Code.
Include strumenti No-Code, come il Business Process Designer con il quale gli analisti possono disegnare i processi di business, definendo task, attori e workflow, e controllarne lo stato di avanzamento, implementando così il BPM.
Le applicazioni realizzate con il Low-Code di WebRatio, d’altra parte, rendono concreta la BPA, perché seguono le regole di business disegnate in BPMN e rendono automatica l’orchestrazione dei processi, come l’assegnazione dei task e lo scambio di informazioni, integrando anche task automatici che non richiedono l’intervento umano, come l’interazione con sistemi documentali o l’interrogazione di motori di intelligenza artificiale.
La piattaforma include anche strumenti Low-Code, che richiedono un minimo di conoscenza dello sviluppo di applicazioni, per implementare il duplice obiettivo della DPA di creare attività digitali automatiche che non si trovano nei software preconfezionati di mercato e di rendere l’esperienza utente unica.
Questo è possibile con la realizzazione di interfacce web e mobile tramite l’UI Designer e il linguaggio visuale IFML, per creare un’esperienza utente senza soluzione di continuità, anche quando si attraversano i perimetri funzionali di diversi sistemi informativi, automatizzando le attività ripetitive con lo sviluppo di microservizi intelligenti definiti con l’OpenAPI Designer.
Non c’è bisogno di scendere a compromessi o utilizzare altri strumenti, come normalmente richiedono le piattaforme No-Code, per avere dei software che rispettano le proprie regole di business e che portano più valore, differenziante, agli stakeholder interni ed esterni all’azienda.
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Fonti
[2] https://www.techtarget.com/searchcio/tip/Process-automation-technologies-evolve-RPA-vs-BPA-vs-DPA